È da questa mattina alle 3,30 che siamo in viaggio. Ci troviamo ora a sorvolare il golfo del Messico. Questi voli sono come sempre una noia mortale. Per fortuna a farci compagnia abbiamo un esilarante libro di Alfonso Vinci, lettere tropicali, recuperato giusto il giorno prima della partenza. Questo grandissimo esploratore italiano, ingiustamente dimenticato, ci narra con una penna allucinata delle sue improbabili avventure nei fiumi amazzonici, tra indi, missionari improbabili, compagni di avventura raccattati nei luoghi più assurdi, animali e foreste che non si possono immaginare. Il tutto trattato in un modo scanzonato che ci sembra così affine al nostro viaggio che stiamo per intraprendere.
A dire il vero mi piace l'idea di trovarmi un po' sulle tracce di quest'uomo, cinquant'anni dopo, anche per vedere se tutto è cambiato da allora o se si può ancora assaporare quel senso di avventura, di lontananza e di mondi perduti e selvaggi.
Non so che cosa troveremo, ma già l'idea di stare cercando di giungere in un luogo, di vedere ciò che solamente si è immaginato, racchiude il senso di tutto questo. Vinci dice che la natura originale dell'uomo, l'unica cosa che accomuna tutti i popoli, dai selvaggi ai razionali del mondo moderno non è altro che un eterno cercare.
CESCOOOOO!!!!!!!!!!!BUONA RICERCA!!!DI SICURO TROVEREMO GNOCCA, E SPERIAMO DI FAR DANNI!! HASTA PRONTO!!SALUTA I SARDI E IL RESTO DELLA MARAIA!Andreagsm
RispondiEliminaBuon viaggio e spariamo grandi scoperte. GAIBANA
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