lunedì 23 marzo 2015

Volare

2600 km di voli tra il bacino del Caronì e dell'Alto Orinoco, 25 ore tra le nuvole, avvistando montagne come isole nel mare di foresta. 18 decolli e atterraggi su piste di terra e prati in fiore. 2978 fotografie di vallate, pareti, cascate, griete e enormi ingressi di grotte inesplorate.
Questi sono solo alcuni dei numeri che hanno caratterizzato la prospezione "Amazonas Tepui"conclusasi in questi giorni in Venezuela.  Un viaggio che ci ha chiarito le potenzialità di massicci che fino ad oggi avevamo solo sognato, e che adesso invece sono diventati un paesaggio reale, sempre oltre le aspettative del sogno.

Abbiamo cominciato questo percorso decollando da Puerto Ayacucho, ultima città ai confini dell'Alto Orinoco. Volando sopra montagne di granito e foreste sconfinate siamo giunti alla valle di la Culebra, un luogo paradisiaco circondato dai più grandi massicci quarzitici dell'Amazonas: il Duida a sud (2358 m di altezza, 1089 km2 dialtopiano), Marahuaca a est (2832 m di altezza, 131 km2 di superficie sommitale) e il più piccolo ma elegantissimo Huachamacari a nord (1900 m di altezza, 8 km2 di superficie sommitale). Ad accoglierci calorosamente la comunità di indigeni Ye'kuana con il loro capitano Francisco, e una ciurma di bambini curiosi. Il nostro obbiettivo principale quaggiù è il sorvolo del Marahuaca, seconda montagna più alta dell'Amazzonia dopo il Picco Neblina, e il più alto massiccio in assoluto con morfologia di vero e proprio tepui. Il Marahuaca è una montagna mitica e molto poco conosciuta. Le sue imponenti pareti, alte oltre mille metri, sono state il sogno di molti alpinisti ed esploratori amazzonici, tra cui gli italiani Alfonso Vinci e Walter Bonatti (che effettuò due tentativi di salita nel 1967 e 1973), ma solo le spedizioni della fondazione Terramar  negli anni 1983-1985 hanno per la prima volta raggiunto il plateau sommitale con l'utilizzo di un elicottero, effettuando ricerche sulla fauna e la flora dell'altopiano. Da allora nessuno è mai tornato lassù.
Nel 2010 avevamo tentato un'indagine accurata di questa montagna, purtroppo arenatasi a quel tempo di fronte a svariate problematiche logistiche.
Quest'anno, finalmente, siamo riusciti ad arrivare quaggiù con due cessna, decisi a sorvolarne l'altopiano per valutare le potenzialità speleologiche del massiccio. Tuttavia una montagna di tale imponenza, nel mezzo della foresta amazzonica, è nascosta per oltre trecento giorni all'anno dalle nebbie che risalgono con forti turbini la gigantesca parete est. Riuscire a trovare un passaggio tra le nubi per accedere all'altopiano sommitale non è stato per nulla semplice.
Il primo volo ci ha permesso solo di raggiungere la gigantesca parete del Marahuaca nord, la propaggine settentrionale della montagna. La mattina successiva un nuovo sorvolo ci permette di girare intorno a questo enorme promontorio addentrandoci lungo la parete orientale fino ad affacciarci sulle immense cascate del Marahuaca Sud, ma ancora la parte alta del massiccio è chiusa dalle nebbie. Con il terzo sorvolo abbiamo deciso di salire fino a 3500 metri di quota per cercare un varco tra le nubi e finalmente affacciarci sull'altopiano sommitale. Volando a vista, tra momenti di incertezza e una buona dose di paura, d'improvviso ci si è aperto innanzi un mondo selvaggio di fiumi, pianori, profonde griete e inghiottitoi, a conferma delle idee che ci eravamo fatti guardando le immagini satellitari: il Marahuaca è uno dei massicci amazzonici con maggiori potenzialità speleologiche, con una morfologia ed elevazione tale da poter ospitare profondissimi abissi ancora tutti da esplorare.

Tornati a Puerto Ordaz con il pensiero di come si potrebbe organizzare una spedizione laggiù, ci siamo subito organizzati per un altra prospezione, questa volta al ben noto Sarisariñama Tepui, parte del massiccio Jaua, nel bacino dell'Alto Caura, a metà strada tra i tepui della Gran Sabana e i massicci dell'Amazonas. Si tratta di una montagna molto conosciuta per le due grandi "sime", Mayor e Menor, che la caratterizzano, esplorate da speleologi venezuelani e polacchi negli anni 1974 e 1976.
Tuttavia, nessuno è più tornato ad esplorare laggiù in seguito e da un'attenta analisi delle immagini satellitari ci risultava evidente che il potenziale speleologico di tale massiccio quarzitico fosse stato appena scalfito.
Grazie alla disponibilità di Raul riusciamo quindi ad avere due cessna per questa nuova operazione, con i piloti che per ironia della sorte si chiamano uno Jimmy e l'altro Angel, andando così a comporre insieme il nome del grande pilota americano a cui è dedicata la più alta cascata del mondo sull'Auyan Tepui. Lo prendiamo come un buon auspicio e voliamo da Puerto Ordaz al villaggio Yek'uana di Kanarakuni, alla base della montagna. Un luogo davvero sperduto e affascinante, dove abbiamo avuto l'opportunità di conoscere la popolazione indigena locale e di goderci il fresco della grande capanna comunitaria circolare, la cosiddetta Churuata.
Durante il sorvolo, facendo slalom tra cumuli di nebbie e forti venti, finalmente riusciamo a fotografare una nuova zona di grandissimo interesse. Oltre alle sime conosciute, individuiamo almeno altri 5 grandi ingressi che promettono grossi sviluppi, ma anche grandi difficoltà per essere raggiunti, dato che tale tepui risulta ricoperto da una fitta foresta. Ma la sotto esiste certamente un grandissimo sistema di gallerie sotterranee, che aspetta solo di essere esplorato.

Durante tutto questo volare ci siamo riempiti gli occhi e le schede delle macchine fotografiche di tanti tanti luoghi meravigliosi, un mondo che è fermo ancora ai tempi della genesi, osservano ingressi di mondi sotterranei che ci fanno sognare e ci spingono  a continuare lungo questa rotta. Una conferma che le esplorazioni sui tepui sono appena all'inizio.


Hanno partecipato: Francesco Sauro, Daniela Barbieri, Freddy Vergara, Carla Corongiu, Vittorio Crobu, Tono De Vivo.
I sorvoli sono stati realizzati grazie al supporto del Rolex Award for Enterprise e di tutti i nostri sponsor: Geotec SPA, Raul Helicopteros, ATS, Dolomite, Intermatica, Ferrino, Amphibious, De Walt, Allemano Metrology, Chelab, Scurion, Polish Fundation-Cavesniper, GTLine, New Foods, Bialetti, MountainHouse.


Il Cessna e una ciurma di bambini Ye'kuana al villaggio di La Culebra.
Le grandi cascate sulla parete Nord-Est del Marahuaka Huha.

L'immenso versante nord del Marahuaca Fuif si innalza per oltre 1500 metri sopra la foresta amazzonica.

L'Huachamacari, piccolo ed elegante  tepui amazzonico che si eleva sopra la valle di La Culebra. 

Volando verso Canaracuni.
Il sistema di trafori esplorato dalla SVE nel 1977 nel massiccio del Guaiquinima.

Canaracuni, alle falde del Sarisariñama.

La grande Churuata di Canaracuni.

La Sima Menor del Sarisariñama, oggetto di esplorazione e topografia nel corso della spedizione venezuelano-polacca del 1976.

Il contorno di una sima inesplorata tra la fitta vegetazione del Sarisariñama.

Un profondo pozzo inesplorato sull'altopiano sommitale del Sarisariñama.