lunedì 28 febbraio 2011

Verso oriente

Partenza. Dopo anni di viaggi verso ovest, eccomi a dirigere la mente verso est. Non più Sud America ma Asia. Un viaggio veloce, come una boccata di aria diversa prima di ritornare nei prossimi mesi a veleggiare verso i lidi latini dell’amato Messico e del turbolento Venezuela.

È ormai da parecchi mesi che non aggiorno questo blog. Non perché non ci fosse nulla da raccontare (solo il viaggio in Messico di novembre avrebbe meritato pagine e pagine), ma perché era difficile trovare il tempo, e l’ispirazione, dato che ero concentrato appieno su altri interminabili scritti che spero vedranno la luce entro la fine dell’anno. Ora ci aspettano però nuovi luoghi e quindi non posso lasciare questo mia scrivania dei pensieri senza neanche un foglio scarabocchiato in un veloce viaggio in treno.

Questi luoghi nuovi si trovano su un’isola dell’Oceano Pacifico, una lunga catena montuosa che emerge dal mare e che si chiama Palawan, nelle Filippine, meta di ormai numerose spedizioni del team La Venta e di svariati speleologi italiani negli anni ’80. Qui esiste una grotta eccezionale, il Saint Paul Underground River, un traforo idrogeologico che porta dalla giungla direttamente al mare, lasciando dietro di sé chilometri di gallerie, molte delle quali ancora inesplorate.

La spedizione La Venta 2011 è già iniziata una decina di giorni fa, mentre io insieme ai Prof. Jo De Waele e Paolo Forti, e altri tre amici raggiungeremo il resto del gruppo per una settimana con l’obbiettivo di portare a casa, non solo rilievi, ma anche qualche idea più precisa di come si è formato questo estuario sotterraneo.

Sicuramente un giorno lo dedicheremo a seguire interamente il percorso del fiume, un viaggio sotterrano di chilometri, entrando dal Daylight, l’ingresso superiore fino all’Outflow, il grande ingresso da cui il fiume si getta direttamente nel mare attraversando una spiaggia di sabbia bianchissima.

Abbiamo una miriade di strumenti di misurazione (una valigia di 10 kg), più un sacco di materiale per campionare. Sembra impossibile fare tutto quello che abbiamo in mente in soli sette giorni. Io spero anche di poter dedicare uno o due giorni a qualche “banale” esplorazione, perché ogni posto si gode maggiormente attraverso gli occhi della scoperta.

È da quasi 18 anni che i miei viaggi non se ne vanno verso oriente, da quando, bambino avevo volato per l’Australia. Per questo non sono interessato solo all’Underground (le grotte in fondo sono sempre della stessa materia, è il contesto che le rende così varie e diverse tra loro) ma più in generale a quello che può rappresentare del mondo orientale una piccola isola delle Filippine e i suoi abitanti. Sarà un assaggio per vedere qualcosa di diverso e programmare viaggi futuri.

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Francesco



L'Outflow, dalla spiaggia al mare buio.