Ci serve ancora un po’ di tempo per riuscire a realizzare che per sei giorni siamo rimasti isolati sui vertiginosi altopiani di uno dei luoghi piu selvaggi di questo pianeta, il grandioso Auyan Tepui.
Siamo arrivati qui a Santa Elena ormai una settimana fa, senza grandi aspettative, ma con il sogno di poter tornare alla Cueva Guacamaya, l’ultimo grande regalo di Raul della spedizione 2009. Raul è davvero un personaggio mitico, un uomo che vive la sua vita piú nel cielo che con i piedi per terra, volando attraverso canyon strettissimi, sopra cascate, pareti e cime mai raggiunte da essere umano. Una persona che è di sua natura esploratore, e che quando gli spieghiamo il nostro sogno, la sera stessa del nostro arrivo, ci lascia subito spiazzati dicendoci di preparare tutto il materiale la notte stessa pronti a decollare la mattina del giorno seguente .
E così, in poche ore, ci siamo trovati proiettati in quel mondo perduto che avevamo lasciato con tanta nostalgia un anno fa, volando come aquile sul suo elicottero Long Ranger, sorvolando il gigantesco massiccio del Chimanta per poi giungere alla muraglia dell’Auyan fino all’ingresso della Cueva Guacamaya. Raul ci scarica lassu e ci saluta dicendoci che passerá fra tre giorni, o forse piú. Quando il rumore dell’elicottero scompare definitivamente dietro le pareti, finalmente ci sentiamo come in un altro mondo, in un altro pianeta, in un altro tempo, dove tutto è da scoprire e da capire. Il sogno di ogni esploratore bambino. Un luogo dove visionari viaggiatori hanno sognato di ritrovare i dinosauri ancora in vita, dove le leggende degli Indios Pemon si intrecciano con la realta come se il tempo non esistesse.
Non c’ è dubio che i luoghi piu misteriosi dei tepui sono proprio le grotte, e questa, la Guacamaya, è una cavita che ci lascerá veramente sbalorditi per i due giorni di esplorazione seguenti. Rileviamo oltre 1 km di gallerie, a tratti enormi. La grotta è sostanzialmente un grande traforo percorso da un bel torrente, ma la parte piu interessante non è tanto il ramo principale, quanto una galleria laterale fossile, lunga 700 metri, che chiameremo il Tramo de los Opales. Questa zona della grotta presenta la piu sconvolgente varieta di formazioni , speleotemi, cristallizzazione che è possibile osservare in una grotta nelle quarziti. Passeremo un giorno intero a fotografare questa meraviglia, e mai come in quei momento ci sentiamo in un mondo fragilissimo, dove ogni passo va pensato per non danneggiare nulla, per cercare di essere solo degli ospiti di passaggio, leggeri come piume in una cristalleria senza eguali. Verifichiamo anche che questa galleria si presta benissimo al lavoro di documentazione foto 3d che stiamo programmando per l’anno prossimo. Decideremo peró in seguito, in accordo con Raul, che di questa grotta sará meglio non divulgare le coordinate precise, proprio per la fragilita degli ambienti, davvero unici. Sembra proprio la Lechuguilla delle grotte in quarzite, e meriterá per il futuro molte attenzioni affinché non venga rovinata o danneggiata da possibili visitatori occasionali.
Martedi mattina lasciamo con un po’ di dispiacere il comodissimo hotel Guacamaya. Raul è arrivato, e prima di riportarci nella realta, vuole che diamo un’occhiata a una serie di grandi ingressi in parete a pochi chilometri da li. La veritá e che Raul ha un sogno: entrare in una grotta con l’elicottero. In effetti gli ingressi che ci si presentano davanti sono davvero enormi, anche se raggiungerli non sembra per niente facile. Non siamo una spedizione vera e propia e non siamo attrezzati per fare piú che una veloce prospezione. Comunque io e Vitto scendiamo quel giorno nella valle e in poche ore ci affacciamo sull’enorme portale della Cueva del Aguila. La cavitá è veramente enorme, una galleria alta 60 metri in certi punti e larga venti. Il problema e che il fondo e occupato da una grande frana di blocchi ciclopici che rendono difficile la progressione. Rimaniamo cosi lassú altri due giorni, esplorando una grotta non facile, scendendo fino a incontare un torrente che mi costringe a ripetuti bagni nei laghi, senza riuscire a vederne la fine. Sicuramente un luogo dove bisognera tornare nelle prossime spedizioni , meglio attrezzati e con piú tempo a disposizione.
Infine ecco che ieri Raul, tagliando paurosamente le nebbie della montagna, ci ha recuperato e riportato coi piedi per terra. In questi giorni abbiamo verificato, se ancora ce n’era bisogno, che lassu c’ è moltissimo da esplorare, e che questi luoghi meritano un progetto di larghe vedute, in accordo con le istituzioni venezuelane, per documentare e studiare al meglio questi luoghi ancora cosi sconosciuti.
Ora siamo di nuovo qui, nel mondo di sempre, ma continuiamo a sognare, non abbiamo programmi definiti per i prossimi giorni, ma il nostro viaggio continua e certamente tra un po’ ci saranno altre belle avventure da raccontare.
A presto, da Santa Elena de Uairen
Francesco, Carla, Vittorio e Freddy
Attraverso le nubi dell'Auyan Tepui (foto F. Sauro)
Stalattite eccentrica di silice nel Tramo de los Opales. (foto F. Sauro)
La grande galleria principale della Guacamaya. (foto F. Sauro)
Dentro l'enorme antro iniziale della Cueva del Aguila. (foto V. Crobu)
Con l'elicottero sull'Auyan Tepui. (foto F. Sauro)
Strepitoso sempre più!Complimenti a tutti!!Vedere le foto dei Tepuy nella nebbia è come immaginarsi davvero un salto indietro nel tempo di qualche milione di anni!Freddy, Raul, Cesco, Vitto, Carlita, siete strepitosi!!Un abbraccio enorme!A presto!Andreagsm
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