Il tempo di sistemare due cose e si parte per la Francia, un venerdì sera piovoso di novembre. Le due giornate di sole spettacolari che ci aspettano sembrano inimmaginabili guidando nella notte tra nebbie e acquazzoni.
Ma la mattina il Mer de Glace si staglia di fronte a noi, in uno scenario maestoso, chiuso ai lati da montagne come i Dru e l'Aguille de Gran Chamorz, e sullo sfondo niente di meno che la parete nord de le Grand Jorasses e il Dente del Gigante.
Ma noi non saliamo, bensì scendiamo... e nel ghiaccio. Al centro della lingua in ritiro ci avviciniamo al Gran Moulin, mitica cavità glaciale discesa la prima volta già nel diciannovesimo secolo. Mentre montiamo le tende le morene laterali scaricano cascate di sassi, ogni tanto un macigno grande come un automobile cade verso valle facendoci volgere lo sguardo un po' spaventati. Ma noi siamo al sicuro, al centro del ghiacciaio, con le nostre tendine in lento movimento su questa nave di ghiaccio. Già la sera cominciamo ad attrezzare. Il pozzo è maestoso ma ci frega dopo circa 60-70 metri di fronte a dei balconi di neve sventata che nascondono la prosecuzione. Ma ormai è mezzogiorno di domenica mattina... comincia la lunga marcia verso casa... La prossima volta ci ritaglieremo più tempo, per non farlo sembrare semplicemente un sogno onirico in una notte piovosa della pianura padana.
Un ringraziamento a Simond per averci fornito viti, piccozze e ramponi.
Hanno partecipato: Alessio Romeo (capo spedizione), Francesco Sauro (filosofo), Daniela Barbieri (modella), Andrea Pirovano (saggio), Matteo Barison (ingegnere)
Bravi ragazzi!!! Carlita
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