Alla domanda del perché l'uomo ha investito così tanto tempo e soldi per lanciare pochi suoi rappresentanti in orbita attorno alla terra, Paolo così risponde: "Ci andiamo perché non possiamo fare a meno di farlo: l'avventura, il viaggio, la scoperta, sono nella nostra natura. Esplorare fa parte del nostro essere e non possiamo farne a meno. È questo che ci stimola nel percorso di conoscenza della realtà che ci circonda.".
È proprio così, che sia nello spazio o nelle pieghe del nostro piccolo pianeta, la sete di esplorazione rimane parte della nostra natura, qualcosa che ci spinge ad andare avanti, a batterci per vedere sogni realizzati.
Prima di partecipare come istruttore al corso CAVES 2012, avevo cercato in internet alcune immagini per una lezione che metteva a confronto la progressione in grotta con le passeggiate spaziali (Extra Vehicular Activity), e avevo trovato una splendida foto di un astronauta attaccato alla stazione con riflesso sulla visiera un'altro astronauta che prendeva quella fotografia.
Mai avrei immaginato che pochi giorni dopo quei due uomini sarebbero stati miei allievi al corso, gli americani Mike Fincke e Drew Feustel. Niente succede per caso.
È stato bello chiaccherare con loro e scambiare idee ed esperienze, in grotta seduti su un masso, come con tanti altri compagni di avventure.
Se c'è una cosa che accomuna tutti gli uomini è la voglia di andare oltre, di meravigliarsi. La vita è fatta per questo, non si può rimanere immobili, non si può fermarsi per paura di fronte al muro della quotidianità, è necessario andare oltre. E l'unico modo è farlo con il cuore, con la passione...
Con Mike e Drew all'uscita dall'extended exploration CAVES 2012 |
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