giovedì 8 gennaio 2009

I colori del buio

A volte bastano pochi giorni, poche ore, per far sembrare quello che si è vissuto un semplice e irreale sogno forgiato dalla nostra fervida immaginazione. I Piani Eterni esistono davvero? Esiste davvero quella Locanda, aggrappata sugli scogli di un oceano di tenebre sconosciute? Esiste davvero Neverland? L'Isola che non c'è, il Pozzo di Capitan Uncino, il blu del sifone della spudorata fatina Trilly?
Non saprei rispondere con certezza. Certo, pare che non solo i miei occhi abbiano visto quei luoghi... Ma potrebbe sempre pur essere un'allucinazione collettiva o chissà quale incantesimo che ci ha visti vivere le stesse esperienze.
In ogni caso, quel labirinto sotterraneo che, per la nostra geografia mentale, si snoda al di sotto delle montagne innevate delle dolomiti Bellunesi, ora non esiste più come l'abbiamo visto noi. Laggiù tutto è buio. Nero. Un'oscurità che tanto stride con il candore delle nevi che quasi ci accecavano all'uscita. Ecco quindi l'effimero dell'esplorazione in grotta. Tutto quello che abbiamo visto esiste così come è rimasto impresso nella nostra mente solo nel momento in cui noi lo illuminavamo, solo quando noi siamo stati lì, presenti. Poi sparisce e si confonde, uscendo dai nostri schemi mentali e ritornando a far parte di un "tutto" che a noi resterà sempre incomprensibile. Una terra senza confini, senza spazi reali, senza colore, fatta solo di tenebra.
Non so se ci crederei se non avessi ora la possibilità di guardare queste foto scattate laggiù. Pezzi di tenebra rubati, strappati con il lampo di un flash, catturati da una scarica elettrica e trasformati in colori, luci, persone, aria, acqua, roccia. È come guardare la realtà attraverso uno specchio. Immagini non reali ma che ci permettono di capire che cosa c'è oltre quello che normalmente è invisibile. Di quello che pensiamo non possa esistere solo perché non lo vediamo. L'immagine di Neverland, L'Isola che non c'è.











5 commenti:

  1. Eh eh..vedo che siamo entrambi turbati a pensare tutti quei luoghi nel buio.. alla contrapposizione tra la realtà quotidiana e quello che abbiamo vissuto nel campo. Ma torneremo tra qualche mese a dare vita a quei posti, e ad altri ancora..

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  2. Leggo queste righe con ingordigia, guardo il casco speleo così pulito messo in un angolo e penso....quando potrò, quando riuscirò a districarmi da questa realtà appiccicosa che non mi lascia avvicinare alle soglie dell'oscurità...doveri, impegni lavorativi, priorità familiari...così maledettamente concreti e così maledettamente importanti.... ma che non riescono a dar pace a quella sete di buio che dentro logora.... gustatevi a fondo questi sorsi di tenebre voi avventurieri ,fatene tesoro, continuate a deliziarci con i vostri racconti...e ricordatevi che in giro ci sono cuori avventurieri in crisi di astinenza....regalate con le vostre emozioni quel sorso di tenebra che questi cuori deliranti tanto inseguono....forse non placherete il loro delirio ma almeno darete un senso ai loro sogni...

    R.

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  3. anche a me capita spesso di pensare a quei posti immersi nelle tenebre:ai pozzi, alle gallerie,alle forre e mi è difficile immaginarli senza il filtro della nostra luce..
    ci sono davvero?..ma poi penso anche:chissà cosa pensano loro di noi..anche per loro sarà quasi impossibile immaginarci in un mondo di luce..e allora noi ci siamo davvero?
    siamo davvero noi che illuminiamo loro o sono invece loro che imbuiano noi?
    ..boh!

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  4. Come recita il vecchio adagio : "Il tempo esiste nella misura in cui lo si cerca"! A dire il vero mi incazzo solo con me stesso e con la mia indolenza che mi fa perdere occasioni strepitose come questo campo!E' strepitoso leggervi e dà quella sensazione di "giusto male" che fa appunto male a un pigro della mia risma!Hasta la proxima!Andreagsm

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