Ahimé! abisso è tutto - atto, sogno, desiderio, parola! e sui capelli che ritti mi si levano, sento a volte passare il vento della paura. Sopra sotto, dovunque, la profondità, la riva, il silenzio, lo spazio spaventoso e seducente... Sul fondo delle notti, col suo dito sapiente, Dio mi disegna un incubo multiforme e continuo.... (Charles Baudelaire)
giovedì 17 gennaio 2013
E se domani
Sabato 12 gennaio 2013 è andato in onda il programma "E se domani" su RAI 3, interamente dedicato alla Sardegna.
Tra i vari servizi segnaliamo quello sul Corso ESA CAVES tenutosi nell'Isola Settembre dell'anno scorso.
Il servizio racconta il perchè l'Ente Spaziale Europeo (ESA) abbia scelto proprio le grotte sarde come luoghi ideali per fare un corso di addestramento per astronauti provenienti dall'America, il Giappone, la Russia, il Canada e l'Europa, e ricostruisce alcune delle principali fasi di addestramento.
Si intervistano Loredana Bessone in qualità di Direttrice del Progetto CAVES, Francesco Sauro, Istruttore di Speleologia del CAI, e Jo De Waele, coordinatore scientifico del Corso, insieme ad altri speleologi figuranti parte dello staff CAVES (Vittorio Crobu, Sirio Serchi).
Le riprese sono state effettuate principalmente alla grotta di Su Mannau grazie all'appogio del Gruppo Grotte Fluminese.
http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-d2ea35a1-41a1-4e63-b162-cfdaec2b9bf2.html
Buona visione
sabato 12 gennaio 2013
Quando il viaggio si fa infinito
Il viaggio è una specie di porta attraverso la quale si esce dalla realtà, come per penetrare in un mondo inesplorato che ha l'apparenza di un sogno.“ Guy De Maupassant
Questa volta il viaggio è stato davvero lungo. Non tanto per i 6 giorni passati in grotta, ma soprattutto per quel senso di lontananza che si può assaporare solo recandosi nelle remotissime regioni di Samarcanda, nel complesso dei Piani Eterni.
Mentre camminavamo, strisciavamo, arrampicavamo, mi chiedevo proprio che cos’è che ci spinge così lontano, oltre ogni logica di buon senso. Attraversando grandi gallerie, risalendo torrenti e canyon, qual è l’ultima meta che ci prefiggiamo?
Ora, guardando il rilievo di questa grotta senza fine, ripercorrendo con un dito tutto quel viaggio di decine di ore, mi sembra tutto così irreale. Una sorta di gioco da tavolo, dove i nostri corpi sono come pedine, la nostra mente un giocatore-osservatore quasi distaccato, perfettamente cosciente che quella non è realtà ma solo sogno. Le botte, il freddo, la fame, la sete, il brivido di entrare nell’acqua gelida di un laghetto, tutto a posteriori diventa non-sensazione, come non fossimo stati veramente noi a essere laggiù a percorrere quegli spazi. E così siamo pronti ancora una volta a tornare in quei luoghi remoti, senza paura.
Quest’ultima esplorazione l’abbiamo vissuta insieme a compagni di eccezione, tre amici russi arrivati dagli Urali e dalla Repubblica del Bashkortostan: Sergey, Serge e Gulnaz. Ormai mi trovo così bene con questi speleologi russi, preparatissimi e determinati, che mi pare di averli come compagni da sempre. Ci siamo proprio divertiti, mentre nella grotta rieccheggiava un gran miscuglio di parole in russo, inglese e italiano.
Ormai le esplorazioni si sono avvicinate talmente all’esterno, alle pareti del canalone tra Pizzocco e Cima di Valscura, che la ricerca di una nuova entrata sarà sicuramente il leitmotiv del 2013.
Chissà come sarà arrivare laggiù attraverso un’altra strada?
Forse solo allora scopriremo quanto siamo andati lontano.
All'ingresso del PE10. |
Il simpatico laghetto che da accesso alle regioni più remote di Samarcanda. |
Sergey, Serge e Gulnaz di ritorno dall'esplorzione del Ramo dei Russi. |
La grande galleria fossile che si sviluppa sopra il canyon di Samarcanda. |
Galleria sviluppata lungo una faglia nelle regioni di Samrcanda. |
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